Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia moderna: L'Assolutismo in Francia: Il governo del Cardinale Mazzarino
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L'Assolutismo in Francia: Il governo del Cardinale Mazzarino

Nel 1642 morì il cardinale Richelieu, seguito l'anno dopo da re Luigi XIII,che lasciò suo erede al trono Luigi XIV, che all'epoca aveva solo cinque anni di età. Reggente del regno divenne sua madre Anna d'Austria, la quale lasciò le redini del governo al suo favorito, il cardinale italiano Giulio Mazzarino: uomo energico ed estremamente intelligente, questi proseguì la politica fino ad allora seguita da Richelieu. Inizialmente vi furono dei tentativi, da parte della nobiltà di corte di abbattere la potenza del primo ministro straniero, ma la congiura dei magnativenne facilmente soffocata dal cardinale. Molto più seria fu invece l'opposizione popolare. L'edificazione del potere assoluto e di tutto il suo apparato statale ad opera di Richelieu, aveva richiesto un pesante aumento tributario, ulteriormente appesantito con l'ingresso diretto della Francia nella Guerra dei Trent'anni. Già sul finire del governo del cardinale di Richelieu i contadini, sui quali ricadeva il maggior peso fiscale, avevano manifestato il proprio risentimento inscenando parecchie sommosse locali, domate dal cardinale con l'uso della forza. Queste agitazioni ripresero dal 1643 al 1645 sotto il governo del cardinale Mazzarino, che per sedare i disordini impiegò l'esercito. Contemporaneamente, dalle campagne il malcontento si spostò nelle città, sia per l'aggravamento della pressione fiscale, sia perchè il governo, sempre alla ricerca affanosa di nuove fonti di reddito per far fronte alle spese militari, non esitò a ledere i diritti ed i privilegi dei funzionari. Questi generarono una rivolta popolare a Parigi capeggiata dal Parlamento cittadino. I parlamenti non erano degli organi politici, ma bensì delle istituzioni giudiziarie esistenti in ogni provincia: i presidenti ed i consiglieri dei parlamenti, acquistavano a caro prezzo i loro uffici, che in molti casi erano ereditari, al fine di assicurare ai propri figli un titolo nobiliare con tutti i vantaggi da esso derivanti. I possessori di tali uffici, entravano infati di diritto a far parte della Noblesse de robe, la nobiltà della toga, ed erano quindi esenti da tributi. Fra tutti i parlamenti provinciali, quello di Parigi rivestiva una posizione particolare, poichè aveva il compito di registrare le leggi promulgate dal re. Nel maggio del 1648, esso rifiutò di obbedire all'ordine di sospendere le sedute datogli dal Governo, publicando un programma politico che risentiva molto delle nuove idee ispirate dalla contemporanea Rivoluzione Inglese. In quel programma si richiedeva infatti, che ogni editto del re in materia fiscale, dovesse essere preventivamente discusso dal Parlamento di Parigi, che ogni persona tratta in arresto venisse tradotta al cospetto di un giudice entro le ventiquattr'ore, che venissero abolite le cariche di intendente nelle province e gli appalti per la riscossione delle imposte, che venissero puniti gli appaltatori disonesti e si condonassero gli arretrati d'imposta. A queste richieste, Mazzarino rispose facendo arrestare due capi del Parlamento: questa mossa si rivelò alquanto imprudente, poichè essa provocò l'insurrezione dei borghesi e dei popolani parigini, che nella notte fra il 26 ed il 27 agosto del 1648, eressero 1200 barricate in città, dando inizio ad una serie di scontri a fuoco con i soldati del re. Il Governo si vide costretto a rimettere in libertà gli arrestati e ad accogliere buona parte delle richieste formulate dal Parlamento; dal canto suo Mazzarino accelerò le trattative della Pace di Westfalia, rinunciando ad alcuni vantaggi che avrebbe potuto ottenere. Subito dopo aver siglato la pace, nel dicembre del 1648 fuggì con la corte a Rueil, ed inviò l'esercito, ora nuovamente disponibile dopo la cessazione delle ostilità in Germania, contro gli insorti di Parigi. Questi ultimi ressero valorosamente all'assedio, sostenuti dalla simpatia che il loro movimento aveva ottenuto nelle altre province ed in particolar modo in Normandia, Guienna e Poitou: questo movimento prese il nome di Fronda Parlamentare. Le tendenze radicali e, più ancora le notizie che giungevano dall'Inghilterra circa la decapitazione del re, spaventarono i capi del Parlamento che in gran segreto trattarono con il Governo un accordo di capitolazione. Dopo tre mesi di assedio, le armi vennero deposte e la corte potè tornare tranquillamente a Parigi. Solo pochi gruppi nel sud della Francia tentarono negli anni successivi di riprendere la lotta e a Bordeaux venne formato un governo provvisorio di ispirazione repubblicana, ma si trattò di un episodio sporadico. La borghesia francese non si sentiva ancora pronta a rivendicare per se la guida della nazione.Un carattere ben diverso lo ebbe la cosiddetta Fronda feudale: un gruppo di nobili cortigiani tentò di sfruttare la delusione popolare per il fallimento della Fronda parlamentare, con lo scopo primario di impadronirsi del potere statale e cacciare il cardinale. Questi nobili erano capeggiati dal Principe di Condè, dal Duca di Beaufort e dal Cardinale di Retz. Essi incitarono la popolazione di Parigi ad assaltare gli uffici municipali, ma si guardarono bene ad usare la stessa tattica nelle campagne, nelle quali le loro milizie personali collaboravano con i soldati del re per soffocare le rivolte contadine. Per assicurarsi un appoggio militare, essi conclusero un accordo con la Spagna, che inviò un proprio esercito a invadere la Francia: quella inutile guerra durò fino al 1653, quando il cardinale Mazzarino, riuscì a porvi fine corrompendo i signori feudali con l'offerta di ricche pensioni, ricompense in denaro ed uffici di governo. In questo modo egli potè governare indisturbato fino al 1661, l'anno della sua morte.


Nell'immagine, un ritratto del Cardinale Giulio Mazzarino Documento inserito il: 24/12/2014
  • TAG: assolutismo francia, cardinale mazarino, luigi XIV, re sole, congiura magnati, guerra trent anni, noblesse de robe, pace westfalia 1648, fronda parlamentare, fronda feudale

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