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Considerazioni sul 1500, il secolo di Nostradamus

del Prof. Giovanni Pellegrino


Il 1500 costituisce l’apogeo di un periodo della storia d’Europa che ha profondamente sconvolto il modo di pensare umano, ovvero il Rinascimento.
Possiamo dire che nel XVI secolo la storia d’Europa coincideva con la storia del mondo.
Questo eurocentrismo costituiva il fondamento delle relazioni internazionali in tutti i settori, culturale, politico, spirituale, religioso ed economico.
Nel 1500, sul piano spirituale, quello della conoscenza, della filosofia e della cultura, convivevano tre grandi filoni tra cui non esisteva la minima affinità: l’alchimia, l’inquisizione e il Rinascimento.
Per quanto riguarda l’alchimia, designava nel Medioevo e nel Rinascimento l’insieme delle conoscenze scientifiche e non una qualche scienza occulta, praticata con strane formule.
In secondo luogo, lo spirito del Rinascimento è profondamente segnato dal potere assoluto esercitato sul pensiero dell’epoca dall’Inquisizione. Essa rappresentava lo strumento repressivo creato dalla Chiesa nel Medioevo, con il consenso del potere temporale, ed aveva il compito di combattere le eresie.
Sappiamo che il termine eresia, indicava tutte quelle opinioni e credenze in contrasto con la religione cristiana. L’ Inquisizione non lasciava alcuna possibilità di scelta, tanto che appare evidente che tutti i pensieri, gli atteggiamenti, le creazioni, che costituivano la vita culturale ed intellettuale dell’epoca, erano minuziosamente passate al setaccio dall’Inquisizione.
Il terzo grande filone che caratterizzò il 1500 è l’Umanesimo, tanto che l’Europa di quel periodo storico, dal punto di vista culturale venne detta umanistica, per via dei suoi riferimenti greco-latini.
Pare che Petrarca sia stato il primo ad adoperare il termine Umanesimo.
Marsilio Ficino, uno dei filosofi del Rinascimento, cercò di conciliare i dogmi cristiani e le scoperte scientifiche.
Ma qual’ è l’eredità che il Rinascimento ha lasciato al mondo contemporaneo?
Dobbiamo dire che alcuni studiosi pensano che il “villaggio globale”, che caratterizza la nostra epoca, sia nato proprio nel 1500.
Effettivamente, in tale secolo sono presenti tutti gli ingredienti che costituiscono il mondo contemporaneo.
Ma quali sono gli elementi costitutivi del XVI secolo?
In primo luogo dobbiamo citare la globalizzazione.
Il Rinascimento è nato grazie a una casta di mercanti e banchieri, sufficientemente colti e intelligenti da proteggere gli artisti del loro tempo e promuoverne il pensiero e le opere.
Questi ricchi patrizi saranno rappresentati a Firenze dalla famiglia de' Medici, la cui dinastia gestirà gli affari di Firenze per molte generazioni. Ma altre grandi famiglie saranno i loro alter ego nel nord Europa, come i Fugger in Germania.
Secondo Rabelais, i Fugger erano i mercanti più ricchi della cristianità, protettori di grandi artisti.
Alcuni di questi importanti mercanti intratterranno relazioni con gli europei, preoccupati del proprio futuro e di quello dei propri affari.
Questi grandi finanzieri daranno vita a un sistema di comunicazione mondiale, grazie agli esploratori che partivano alla scoperta di nuove terre e, soprattutto, di nuove ricchezze, ovvero spezie ed oro.
Dobbiamo dire che la Chiesa di quel tempo, partecipò a questo grande movimento planetario per due motivi: in primo luogo, l’oro era un valore decisamente materiale, che i Papi non disprezzavano.
In secondo luogo, la Chiesa del tempo era interessata al proselitismo, ovvero alla conversione del maggior numero possibile di persone alla religione cristiana.
Possiamo dire che nel 1500 vediamo chiaramente spuntare la nozione di uniformazione di una società globale, che cercava di sradicare i particolarismi.
Ma a sua volta, il potere temporale dei monarchi non stava a guardare il potere spirituale.
In quel periodo storico, i re si adoperarono innanzitutto per spezzare i legami comunitari che esistevano nel Medioevo tra regioni e individui, stabilendo confini artificiali il più estesi possibile per i loro paesi.
Nello stesso tempo, i sovrani del XVI secolo introdurranno la terza figura del terzetto europeo che solcherà i mari: accanto al mercante e al missionario, entra in scena il soldato.
Un secondo concetto che caratterizzò il 1500 è quello della centralizzazione.
Appare evidente che questo concetto è strettamente legato a quello della globalizzazione, che deriva dallo stesso desiderio di uniformare e organizzare il mondo intorno a sé, cosa che volevano fare sia il re che i papi.
Per fare un esempio concreto, i re di Francia avevano un'unica idea in testa, ossia unificare il loro regno, preferibilmente annettendo i territori su cui accampavano dei diritti per quanto antichi.
Anche i papi avevano mire territoriali, che andavano di pari passo con il loro desiderio di rafforzare il potere del cristianesimo sull’Europa e sul mondo.
La Provenza godrà per un certo periodo della presenza dei papi ad Avignone, dal 1305 al 1376, sette papi si insedieranno in questa città che diventerà la capitale della cristianità per tutta la durata dello scisma.
Il 1492, è la data che segna al tempo stesso la fine della colonizzazione mussulmana in Spagna e l’inizio della colonizzazione spagnola in America.
jack Le Goff ha affermato che, la grande avventura degli esploratori che hanno aperto le rotte marittime all’epoca del Rinascimento, è stata il crogiuolo delle future colonizzazioni del XIX secolo.
L’Europa si fuse in un occidente che trasmetterà i suoi valori all’intero pianeta, diventando l’unico punto di riferimento di popoli dalla cultura profondamente diversa.
Tale influenza dei valori europei sui popoli extraeuropei, continuerà ad esistere anche quando questi popoli troveranno, oppure ritroveranno, la propria indipendenza politica.
In definitiva, possiamo dire che il Cinquecento può essere considerato anche una reazione molto forte al Medioevo, ritenuto oscurantista.
Brendano, lo storico vissuto prima della seconda guerra mondiale, mette in evidenza che in ogni caso, c’era una bella distanza tra l’ideologia umanista e la realtà.
Anche se i nostri contemporanei hanno individuato nell’umanesimo del Rinascimento la culla della democrazia moderna, bisogna dire che nel Rinascimento stesso non si può parlare di reale vicinanza al popolo degli intellettuali umanisti.
A tale riguardo riteniamo opportuno citare le parole del grande umanista Erasmo da Rotterdam, teorico del Rinascimento, il quale affermava che :”il ruolo di un buon principe è di non ammirare nulla di quanto celebra il volgo. Un vero principe deve tenersi a distanza dalle basse opinioni della moltitudine. È vile e indegno sentire con il popolo“. Come è facile capire dalle parole di Erasmo da Rotterdam ora riportate, siamo lontani anni luce dallo spirito democratico e da ogni forma di reale vicinanza al popolo, nonché di comprensione delle istanze e delle richieste alla base della democrazia.


Nell'immagine, Erasmo da Rotterdam, uno dei maggiori umanisti del XVI secolo.

Documento inserito il: 05/01/2025
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